SCULTURA |
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Monumento sepolcrale finalizzato ad ornare un settore di un grande cimitero. L'opera evoca ed interpreta il mistero della morte cristiana: il corpo esamine destinato alla corruzione del sepolcro, l'anima a salire verso Dio per essere giudicata. Le due componenti del lavoro sono così espresse ed articolate: una massa di bronzo informe e bucherellata rappresenta il corpo in decomposizione; un gruppo di ali, anch'esse di bronzo però fuso, che volteggiano, quasi conserte, verso l'al di là, raffigurano l'anima spirituale e immortale. il duplice elemento poggia su un monoblocco in marmo di travertino, che rivela scalpellature rudimentali. In sosta attenta dinanzi al monumento si avverte l'eccellente talento creativo dello scultore Giulio de Angelis. L'opera sta a dimostrare che anche pochi e semplici elementi, purché coordinati ed armonizzati, sono validi a trasformare alla materia fredda in se stessa palpiti di vita e salutari insegnamenti. In sintesi, il monumento, collocato a dimora nel suo giusto posto, si rivelerà capace di trasmettere al visitatore accorto e riflessivo il messaggio riguardante ciò cui va incontro ogni uomo alla fine dei suoi giorni, e indurlo a propositi di sano comportamento. (Attilio Borzi) |
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Cristo risorto - terracotta |
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Gesù muore in croce, XII formella di una Via Crucis. "Una scena, questa, di particolare commozione, mirabilmente realizzata da de Angelis, che si affianca nobilmente agli innumerevoli Crocifissi modellati dai grandi Maestri della pittura e della scultura. Trascorse tre ore sulla croce con il corpo contratto per gli spasmi e la tristezza nell'anima, e dopo aver pronunciato le sue sette ultime, memorabili parole, Gesù muore né più presto, né più tardi di quel preciso momento che la volontà del Padre aveva stabilito.". (Attilio Borzi)
"Il connubio artistico e religioso ci offre una Via Crucis che parla direttamente al cuore,fa rivivere intensamente il dramma di Gesù e di Maria, rinvigorisce la fede di chi porta con sofferenza la propria croce. Gesù, l'uomo dei dolori, magistralmente proposto nelle sculture alla nostra riflessione, nel corso della sua vita terrena si è più volte commosso di fronte alla sofferenza umana, ma non ha soppresso né la morte e né la sofferenza. Chiunque percorre il cammino della sofferenza e della morte, partecipa alla vita di Cristo. Le raffigurazioni delle 15 stazioni, opera di Giulio de Angelis, hanno dato una voce potente a questi contenuti e a tutte le meditazioni che compongono questa Via Crucis, esortano il credente ad amare la croce, e a tradurre nella pratica della vita quotidiana gli insegnamenti del sacrificio di Gesù". (Don Giorgio Botti)
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